Luigi Barbasetti
Luigi Barbasetti (Cividale del Friuli, 21 gennaio 1859 – Verona, 31 marzo 1948) fu uno schermidore, maestro di scherma e trattatista che operò in Italia, Austria-Ungheria e Francia: i suoi insegnamenti e le sue opere aiutarono a guidare questo sport nel 20° secolo.
Nato a Cividale del Friuli nel 1859, quando la città ducale faceva ancora parte dell’Impero Austro-Ungarico, Barbasetti fu allievo del grande maestro di sciabola Giuseppe Radaelli a Milano.
Cominciò la sua carriera di insegnamento alla Scuola Magistrale Militare di Roma, dove lavorò tra il 1885 e il 1891. Successivamente fu maestro di scherma a Trieste e poi, grazie alla sua abilità, venne convocato a Vienna dall’arciduca Francesco Salvatore per riformare la scherma austro-ungarica e portare nell’area di lingua tedesca le novità della scherma italiana. A Vienna, nel 1894, fondò la Scuola Centrale Austroungarica di Scherma e nel 1904 fu il fondatore e il primo presidente della “Akademie der Fechtkunst” (Accademia di Scherma Austriaca) che è ancora oggi l’organizzazione di formazione e rappresentanza dei maestri di scherma austriaci.
Il suo stile di insegnamento della sciabola, che poneva molta importanza al “gioco delle dita” per il controllo della lama, ebbe molto successo e andò a sostituire gli insegnamenti del maestro József Keresztessy, conosciuto come “il padre della sciabola ungherese”. La scuola di Barbasetti attraeva I migliori schermitori sia austriaci che ungheresi e il cosiddetto “stile ungherese” dominò le competizioni internazionali durante la prima parte del 20° secolo. Per le sue innovazioni e miglioramenti nel sistema schermistico imperiale, nel 1901 gli fu conferita la Croce d’oro con Corona austriaca, onorificenza che premiava i benemeriti nel campo della pubblica istruzione.
Nel 1915, allo scoppio delle ostilià con l’Austria-Ungheria, Barbasetti tornò in Italia dove continuò a insegnare fino al 1921, quando si trasferì a Parigi. Qui ebbe molti allievi illustri come Lucien Gaudin e Roger Ducret che gareggiarono alle Olimpiadi del 1920, 1924 e 1928: Gaudin vinse quattro medaglie d’oro e due d’argento mentre Ducret tre d’oro, quattro d’argento e una di bronzo.
Nel 1943 Barbasetti ritornò in patria, trascorrendo i suoi ultimi anni insegnando a Verona, dove morì il 31 marzo 1948.
Nel corso della sua carriera fu notevole anche la sua opera trattatistica. Il primo libro che diede alle stampe fu un Codice Cavalleresco, pubblicato a Milano nel 1898, che divenne per definizione “il testo” su cui venivano regolati i duelli nell’Europa a cavallo tra i due secoli.
Nel 1899 pubblicò a Vienna Das Säbelfechten (La scherma di sciabola) e sempre a Vienna nel 1900 Das Stossfechte (La scherma di punta/spada): queste opere furono fondamentali per la diffusione nell’area di lingua tedesca delle novità della scuola schermistica italiana. Le sue opere vennero tradotte in varie lingue e stampate in numerose edizioni: il suo trattato The art of the foil ha avuto la sua ultima ristampa negli Stati Uniti nel 1998.
da Codice Cavalleresco
Il duello “moderno” avviene essenzialmente per il “punto d’onore”, ossia per l’offesa portata all’onore di una persona, che deve “lavare col sangue” l’onta subìta.
L’offesa può essere stata fatta personalmente o in assenza delle parti (ad esempio, attraverso la pubblicazione di un articolo o di una vignetta); nel primo caso, l’offeso può reagire direttamente, pronunciando la frase “me ne renderà ragione”, oppure sfiorando con il guanto il viso dell’offensore. Allora i padrini dei due avversari si riuniscono per valutare il fatto secondo il codice cavalleresco. E’ infatti necessario appurare: se vi fosse stata offesa; chi fosse l’offeso, perché ad esso spettava la scelta delle armi; di quale grado l’offesa andasse considerata (se semplice, grave o atroce)..
Lo scontro può avvenire: alla pistola, con eventuale prosecuzione alla spada o alla sciabola, nel caso delle offese atroci; alla spada nel caso di offese gravi, e alla sciabola nel caso di offese semplici. Infine, i quattro padrini, due medici e talvolta un direttore dello scontro accompagnano gli avversari sul luogo del duello, dove viene scelto il terreno, la posizione rispetto al sole, e vengono esaminate le armi.
Per i duelli alla pistola è di prammatica l’abito nero a bavero rialzato; per la spada, camicia floscia e senza la manica destra; per la sciabola, possibilmente torso nudo.
Il duello vero e proprio comincia agli ordini del direttore dello scontro, che provvede a far osservare i principi della scherma (per i duelli all’arma bianca) e a rilevare il “toccato”. Quando questo avviene, i padrini e il medico valutano se il ferito abbia la possibilità di continuare in condizioni non troppo svantaggiose.
Una volta concluso il duello, i padrini redigono un verbale che riassume le fasi del combattimento e rileva eventuali atti sleali avvenuti..
Se uno dei due avversari è rimasto gravemente ferito, è doveroso per i padrini di lasciare la carta da visita alla casa dove il ferito è stato ricoverato.
Opere
Codice Cavalleresco, Milano, 1898
Ehren-Codex, Übersetzt und den österreichisch-ungarischen Gebräuchen angepasst von Gustav Ristow, Vienna, 1898
Das Säbelfechten, Vienna, 1899
Das Stossfechten, Vienna, 1900
La scherma di spada, Milano, 1902
L’Escrime du sabre, Parigi, 1905
L’escrime à travers les siècles et ma méthode, Parigi, 1928
The art of the foil : with a short history of fencing, New York, 1932
The Art of the sabre and the épée, New York, 1936
Fonti dell’articolo e Link di approfondimento:
http://www.scrimipedia.it/mediawiki/index.php?title=Luigi_Barbasetti
http://www.britannica.com/biography/Luigi-Barbasetti
http://martinez-destreza.com/tradition/maestro-luigi-barbasetti
http://www.paolopatui.it/Perlaradio/rimozioni-serie1/barbasetti.pdf
http://www.finestresullarte.info/546n_la-scherma-secondo-arturo-rietti.php